Nelle ombre nascoste della storia britannica, emergono talvolta figure che sembrano trarre direttamente dalla più oscura delle fantasie. Una di queste è Mary Ann Cotton, una donna che con il suo sorriso e comportamento materno ha ingannato l’intera società vittoriana. Dietro la facciata di una madre e moglie affettuosa, si celava una delle più spietate assassine che l’Inghilterra abbia mai conosciuto.
Con una serie di morti misteriose che l’ha seguita come una scia di ombra, la sua storia mette in discussione le nostre concezioni di innocenza e male. In questo articolo, esploreremo la vita, i crimini e l’eredità culturale di Mary Ann Cotton, la vedova nera dell’epoca vittoriana.
Biografia
Nata nel 1832 a Low Moorsley, nel County Durham, Mary Ann Cotton crebbe in un’Inghilterra in rapida evoluzione. L’era vittoriana era un periodo di straordinario cambiamento industriale, scientifico e sociale, ma per molti, come Mary Ann, fu anche un tempo di grandi sfide e difficoltà personali.
Il background familiare di Mary Ann era umile. Lavorò inizialmente come infermiera e, come molte donne del suo tempo, era spesso alle prese con la povertà. La sua infanzia fu segnata dalla morte prematura del padre, che cadde in una miniera all’età di soli 39 anni. Questa tragedia potrebbe aver influenzato le sue percezioni sulla fragilità della vita e il ruolo della morte nella quotidianità.
La vita matrimoniale di Mary Ann fu turbolenta e mortale. Si sposò per la prima volta all’età di 20 anni con William Mowbray. La coppia ebbe diversi figli, ma sorprendentemente, la maggior parte di loro morì in tenera età. Dopo la morte di William, apparentemente a causa di una malattia intestinale, Mary Ann ricevette una somma di denaro dall’assicurazione sulla vita di William.
Non si fermò qui. Si risposò altre tre volte e, in modo inquietante, ognuno dei suoi mariti morì in circostanze misteriose. Similmente ai suoi figli e step-figli, molte delle persone vicine a lei morirono improvvisamente, spesso mostrando sintomi simili.
Dietro la maschera di una semplice donna vittoriana, Mary Ann nascondeva un segreto oscuro. Utilizzava l’arsenico, un veleno letale e di facile accesso all’epoca, per avvelenare le sue vittime. Molto probabilmente, lo faceva per riscuotere denaro dalle assicurazioni sulla vita o per eliminare chiunque fosse diventato un impedimento nella sua vita.
Nonostante le molte morti sospette che la circondavano, ci volle del tempo prima che la società e le autorità legassero questi eventi tragici a Mary Ann. Questo è in parte dovuto alla natura insidiosa dell’avvelenamento da arsenico, i cui sintomi potevano facilmente essere scambiati per malattie comuni dell’epoca.
Tuttavia, quando finalmente emerse un modello e le sospettate azioni di Mary Ann divennero evidenti, la sua caduta fu rapida. Fu arrestata, processata e infine impiccata per i suoi crimini.
La storia di Mary Ann Cotton è un monito sulla dualità della natura umana e su come l’oscurità possa nascondersi dietro la facciata più ingannevole. La sua biografia è un capitolo inquietante nella storia del crimine britannico e continua a affascinare e orrorizzare ancora oggi.
Modus Operandi di Mary Ann Cotton
Mary Ann Cotton, con la sua capacità di eludere il sospetto per un periodo di tempo considerevole, ha dimostrato un’astuzia spaventosa nel suo modus operandi. Ecco una disamina più dettagliata delle sue tecniche:
Arsenico: Il Veleno Perfetto L’arsenico era facilmente disponibile nell’Inghilterra vittoriana, spesso utilizzato come rodenticida o in vari rimedi domestici. La sua accessibilità e i suoi sintomi ingannevoli lo rendevano un mezzo ideale per commettere omicidi senza destare sospetti.
Mary Ann somministrava l’arsenico alle sue vittime in dosi calcolate. Una dose sufficientemente alta avrebbe causato la morte rapidamente, ma una dose più piccola avrebbe portato a una lunga malattia, con sintomi che peggioravano nel tempo. Questo le permetteva di creare un’illusione di malattia naturale, e magari di prendersi cura della vittima durante la sua “malattia”, rafforzando l’immagine di una donna devota e premurosa.
Una delle ragioni per cui l’arsenico era così efficace come strumento di omicidio era la sua capacità di simulare i sintomi di malattie comuni. Diarrea, vomito, dolori muscolari e debolezza erano comuni in molte malattie dell’epoca. Quando le sue vittime mostravano questi sintomi, venivano spesso diagnosticate con malattie come la febbre tifoide o la dissenteria, invece dell’avvelenamento da arsenico.
Un altro elemento chiave del modus operandi di Mary Ann era il suo costante spostamento. Cambiando spesso residenza, poteva eludere i sospetti e impedire alle persone di collegare le numerose morti che avvenivano attorno a lei. Inoltre, in un’era senza comunicazioni elettroniche e con registri localizzati, era difficile tracciare un modello senza un’indagine concentrata e coordinata.
Mary Ann si concentrava spesso su individui vulnerabili: bambini, mariti malati o anziani. Questo non solo facilitava l’esecuzione dei suoi crimini, ma rendeva anche meno sospette le morti, dato che le vittime erano già in condizioni di salute compromessa o erano a rischio di malattie.
Il successo di Mary Ann Cotton nel perpetrare i suoi crimini per così tanto tempo risiedeva nella sua capacità di combinare una profonda comprensione della società vittoriana, la scelta di un veleno insidioso e un comportamento calcolatore e manipolativo. La sua storia rappresenta un caso classico di come un individuo può sfruttare le conoscenze e le circostanze a proprio vantaggio in modo malevolo.
Mary Ann Cotton è spesso associata a un numero elevato di morti sospette, ma il numero esatto di vittime accertate è difficile da stabilire con certezza, in parte a causa della mancanza di tecnologie investigative avanzate dell’epoca e della natura insidiosa dell’avvelenamento da arsenico.
Mary Ann fu ufficialmente accusata e condannata per l’omicidio del suo step-figlio, Charles Edward Cotton. Fu proprio la sua morte a innescare un’indagine più approfondita sui numerosi decessi che avevano circondato Mary Ann nel corso degli anni.
Tuttavia, si sospetta che abbia avuto molte più vittime. È stata collegata alla morte di almeno tre dei suoi quattro mariti, a quella di 11 dei suoi 13 figli, e ad altri membri della famiglia o persone vicine a lei. Complessivamente, il numero spesso citato di vittime sospette si aggira intorno a 21 persone, ma di queste, solo l’omicidio di Charles Edward Cotton è stato ufficialmente provato in tribunale.
Quindi, mentre Mary Ann Cotton è stata condannata solo per l’omicidio di una persona, la stretta associazione tra la sua presenza e le numerose morti sospette che l’hanno circondata la rende una delle serial killer più notorie della storia britannica.
Riferimenti culturali
La storia di Mary Ann Cotton ha permeato la cultura britannica e ha trovato eco in varie forme d’arte e intrattenimento. La combinazione di una figura femminile, apparentemente innocua, con crimini così efferati ha offerto un contrasto irresistibile, rendendo la sua storia affascinante per molte generazioni. Ecco un approfondimento di alcuni dei principali riferimenti culturali legati a Mary Ann Cotton:
Canzoni e Musica Popolare:
Sebbene non diretto, il riferimento a Mary Ann Cotton nella canzone “When You Are A King” del 1972 dalla band “The White Plains” fa eco all’aura misteriosa e oscura associata al suo nome.
Ci sono anche ballate popolari e canti che narrano le sue malefatte, mostrando come la sua storia sia entrata nel folklore britannico.
Televisione:
“Dark Angel”, la miniserie televisiva del 2016, è probabilmente l’interpretazione più famosa e recente della vita di Mary Ann Cotton. Joanne Froggatt, conosciuta per il suo ruolo in “Downton Abbey”, ha portato in vita il personaggio di Mary Ann con una performance che ha evidenziato la sua dualità, mostrando sia la facciata premurosa che l’oscurità sottostante.
Libri:
Numerosi autori hanno esplorato la vita di Mary Ann Cotton. Molti di questi libri tentano di comprendere le motivazioni che stanno dietro ai suoi crimini e di situare la sua storia nel contesto più ampio della società vittoriana.
Una menzione degna di nota è “Mary Ann Cotton: Britain’s First Female Serial Killer” di David Wilson. Quest’opera offre una dettagliata analisi criminologica, esaminando le prove, i metodi e il contesto storico.
Il persistente interesse per Mary Ann Cotton evidenzia la fascinazione della società per il crimine, in particolare quando commesso da figure apparentemente improbabili. La sua storia continua ad attirare l’attenzione e a ispirare nuove interpretazioni, riaffermando la sua posizione come una delle figure più enigmatiche e inquietanti della storia criminale britannica.
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